Alla ricerca dell'informazione perduta
Ieri ho assistito al dialogo tra una bambina ed una signora.
La bambina diceva: “La nonna ha un prato grande 100 volte il giardino di casa mia!”
E la signora: “Ah, si? E che fiori o ortaggi coltiva in questo prato grandissimo?”
La bambina: “Nessuno, perché il prato va preparato e la nonna da sola non ce la fa”.
La signora: “Allora vale molto di più il giardino di casa tua del prato di tua nonna!”.
Questo dialogo mi ha fatto riflettere molto, pur nella sua semplicità.
Immaginiamo per un attimo che il prato della nonna sia l'insieme di tutte le informazioni presenti in una azienda.
Queste informazioni sono di tipo eterogeneo, provenienti dai vari database aziendali, ma anche dalle e-mail, dai documenti di testo, dai fogli elettronici, dalle presentazioni, dalle immagini, dai suoni, dai filmati, da instant messaging, dal web (feed RSS e, perché no, peer-to-peer).
Proviamo ad immaginare per un attimo di poterle mettere tutte insieme: sarebbe un patrimonio di informazioni ENORME, in cui è possibile recuperare informazioni strategiche per l'azienda.
Tutte queste informazioni però, allo stato grezzo in cui si trovano, quasi sempre non sono immediatamente fruibili, in quanto:
a) vanno filtrate dai “rumori di fondo”, ovvero bisogna scartare tutte quelle informazioni che non portano valore aggiunto alla conoscenza.
b) vanno rese omogenee
c) vanno catalogate in un contenitore facilmente interrogabile, come un data base.
d) vanno relazionate con altre informazioni esistenti, in quanto talvolta una informazione di per sé non è significativa quanto se messa in relazione con un'altra
e) vanno arricchite dei cosiddetti “metadati”, ovvero “dati sui dati” come ad esempio potrebbero essere le informazioni sul contenuto di una immagine o di un filmato.
f) vanno realizzate apposite interfacce per semplificare la ricerca delle informazioni da questa collezione di informazioni così ottenuta.
g) vanno rinfrescate continuamente in quanto un'informazione “vecchia” non porta valore aggiunto.
Come si può vedere, i passaggi da compiere per potere accedere al patrimonio informativo aziendale sono tanti e tutt'altro che facili, ma sono però IN-DI-SPEN-SA-BI-LI.
Lo sono per chi è in possesso di un numero esiguo di informazioni (leggi giardino) ma chiare, ben curate, facilmente accessibili, rinfrescate continuamente, che in questo modo può avere un vantaggio competitivo addirittura superiore al nostro.
Lo sono per noi che abbiamo un mare di informazioni (leggi prato) e che vogliamo sfruttarle per acquisire un netto vantaggio rispetto alla concorrenza.
L'enorme vantaggio dell'era digitale (ed in particolar modo di quella del cosiddetto web 2.0) rispetto al passato anche recente, è che informazioni una volta difficili se non addirittura impossibili da raccogliere, catalogare e misurare ora non lo sono più.
Ciao a tutti.
Roberto
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